Terremoto a Norcia e Castelluccio
Domenica 30 ottobre 2016, ore 9,00 circa.
Sto tornando alla macchina dopo un’escursione sulle montagne trentine, intorno a me un paesaggio da sogno! Le vette delle montagne sono ricoperte dalla prima spruzzata di neve, l’aria è frizzante e un cielo blu cobalto fa da quinta ai larici ingialliti. Una giornata meravigliosa!
Manca poco alla macchina e finalmente il telefono “prende”. Chiamo casa per avvisare che sarò di rientro nel giro di un paio d’ore. Ne approfitto per aggiornarmi sulle ultime notizie “dal mondo” e, purtroppo, apprendo che un fortissimo terremoto ha ferito ancora una volta il centro Italia, pochi minuti fa.
Le notizie non sono assolutamente buone, le foto che arrivano in tempo reale lasciano presagire il peggio. Ormai cammino con la faccia incollata al telefono, del paesaggio intorno a me adesso mi interessa ben poco. Fortunatamente leggo che non ci sono vittime umane ma, purtroppo, il paese di Castelluccio è praticamente distrutto, così come la basilica di Norcia.
Non ci volevo credere.
Castelluccio, quel paese là in fondo, su quell’altura che sovrasta quella meravigliosa piana che ogni estate si riveste di mille colori, uno dei luoghi più belli d’Italia e che il mondo ci invidia, non può essere crollato!
Vedo le foto sui vari quotidiani online della basilica di Norcia, uno shock.
Improvvisamente mi tornano in mente piccoli dettagli del viaggio di un anno fa che potevano essere insignificanti ma che adesso tornano improvvisamente a “galla”.
20 Aprile 2015
L’idea della sera prima era quella di fotografare l’alba nei dintorni di Castelluccio ma, dopo aver gironzolato nella piana e per le vie del piccolo borgo, decidemmo di scendere verso Norcia. Lassù faceva un po’ freddo per passare la notte visto che i nostri “letti” erano due materassini sul Doblò e i sacchi a pelo non erano assolutamente indicati per quelle temperature.
La sveglia suonò alle 5,30. Diedi un’occhiata fuori dal finestrino: il cielo era completamente sereno, zero nuvole. La tentazione fu quella di restare al “caldo” visto che, fotograficamente parlando, il cielo non era assolutamente interessante. Sapendo poi che il sole sorgerà dietro la basilica sarei proprio in controluce. Sono indeciso sul da farsi…
Vabbè, “visto che siamo qui” decido lo stesso di uscire per sfruttare almeno quella mezz’ora prima che il cielo diventi troppo chiaro.
Camminai velocemente verso la piazzetta di Norcia e scattai alcune foto. Per le vie del paese non c’era anima viva: bello pensare che, seppur per poco tempo, quella piazzetta era solo per me.
Pur essendo la fine di aprile, a quell’ora il freddo cominciava a farsi sentire e, visto che avevo finito di scattare, mi guardai intorno per vedere se ci fosse un bar aperto per far colazione ma soprattutto per scaldarmi un po’. Tutto chiuso.
Vidi però che il portone della basilica di San Benedetto era aperta. Decisi di entrare, la luce era accesa quindi in teoria “c’è vita”, sicuramente farà più caldo che star lì fuori. Ovviamente all’interno non c’era nessuno.
Dopo pochi minuti però ecco spuntare dalla sacrestia una decina di monaci: era l’ora delle Lodi. Rimasi fino alla fine, venti minuti o poco più.
Ricordo ancora quei momenti, quella tranquillità e quella pace che si respirava nella basilica come fosse oggi, piccoli frammenti di vita che mi ritengo fortunato ad averli vissuti e che custodirò per sempre, ora più che mai.
Sto tornando alla macchina dopo un’escursione sulle montagne trentine, intorno a me un paesaggio da sogno! Le vette delle montagne sono ricoperte dalla prima spruzzata di neve, l’aria è frizzante e un cielo blu cobalto fa da quinta ai larici ingialliti. Una giornata meravigliosa!
Manca poco alla macchina e finalmente il telefono “prende”. Chiamo casa per avvisare che sarò di rientro nel giro di un paio d’ore. Ne approfitto per aggiornarmi sulle ultime notizie “dal mondo” e, purtroppo, apprendo che un fortissimo terremoto ha ferito ancora una volta il centro Italia, pochi minuti fa.
Le notizie non sono assolutamente buone, le foto che arrivano in tempo reale lasciano presagire il peggio. Ormai cammino con la faccia incollata al telefono, del paesaggio intorno a me adesso mi interessa ben poco. Fortunatamente leggo che non ci sono vittime umane ma, purtroppo, il paese di Castelluccio è praticamente distrutto, così come la basilica di Norcia.
Non ci volevo credere.
Castelluccio, quel paese là in fondo, su quell’altura che sovrasta quella meravigliosa piana che ogni estate si riveste di mille colori, uno dei luoghi più belli d’Italia e che il mondo ci invidia, non può essere crollato!
Vedo le foto sui vari quotidiani online della basilica di Norcia, uno shock.
Improvvisamente mi tornano in mente piccoli dettagli del viaggio di un anno fa che potevano essere insignificanti ma che adesso tornano improvvisamente a “galla”.
20 Aprile 2015
L’idea della sera prima era quella di fotografare l’alba nei dintorni di Castelluccio ma, dopo aver gironzolato nella piana e per le vie del piccolo borgo, decidemmo di scendere verso Norcia. Lassù faceva un po’ freddo per passare la notte visto che i nostri “letti” erano due materassini sul Doblò e i sacchi a pelo non erano assolutamente indicati per quelle temperature.
La sveglia suonò alle 5,30. Diedi un’occhiata fuori dal finestrino: il cielo era completamente sereno, zero nuvole. La tentazione fu quella di restare al “caldo” visto che, fotograficamente parlando, il cielo non era assolutamente interessante. Sapendo poi che il sole sorgerà dietro la basilica sarei proprio in controluce. Sono indeciso sul da farsi…
Vabbè, “visto che siamo qui” decido lo stesso di uscire per sfruttare almeno quella mezz’ora prima che il cielo diventi troppo chiaro.
Camminai velocemente verso la piazzetta di Norcia e scattai alcune foto. Per le vie del paese non c’era anima viva: bello pensare che, seppur per poco tempo, quella piazzetta era solo per me.
Pur essendo la fine di aprile, a quell’ora il freddo cominciava a farsi sentire e, visto che avevo finito di scattare, mi guardai intorno per vedere se ci fosse un bar aperto per far colazione ma soprattutto per scaldarmi un po’. Tutto chiuso.
Vidi però che il portone della basilica di San Benedetto era aperta. Decisi di entrare, la luce era accesa quindi in teoria “c’è vita”, sicuramente farà più caldo che star lì fuori. Ovviamente all’interno non c’era nessuno.
Dopo pochi minuti però ecco spuntare dalla sacrestia una decina di monaci: era l’ora delle Lodi. Rimasi fino alla fine, venti minuti o poco più.
Ricordo ancora quei momenti, quella tranquillità e quella pace che si respirava nella basilica come fosse oggi, piccoli frammenti di vita che mi ritengo fortunato ad averli vissuti e che custodirò per sempre, ora più che mai.